OPPO Reno 14: l’AI che “aggiusta” le foto e ti guida allo scatto giusto

Con ColorOS 15 arrivano suite AI per editing e produttività: da Scatto Perfetto a AI Eraser e Recompose, fino all’integrazione con Gemini per assistenza contestuale

di Gabriele Arestivo - 22/09/2025 19:25

Lo sapevamo già che sarebbe andata in questo modo, con l'AI che prende il nostro posto per creare scatti (quasi perfetti), ma come funziona?

Partiamo dalla classica foto di gruppo rovinata: sul nuovo Oppo Reno 14 la funzione "Scatto Perfetto AI" individua volti ed espressioni e prova a ricostruire gli occhi chiusi usando immagini di riferimento della stessa persona già presenti in galleria. Il risultato non è “magia” indistinta: quando il dataset personale è sufficiente l’effetto è credibile, quando non lo è emergono artefatti sugli occhi o sulle ciglia. È una soluzione pensata per salvare scatti altrimenti da cestinare, più che per stravolgere i ritratti. Funzione e logica d’uso sono dichiarate nei materiali ufficiali italiani.

Altro scenario reale: foto affollata con elementi di disturbo. Qui l’AI Editor 2.0 fa due cose utili. Con AI Eraser rimuove persone sullo sfondo o cavi che tagliano l’inquadratura; con AI Recompose propone ritagli automatici coerenti con la regola dei terzi e con la distribuzione dei pesi nell’immagine. La qualità della cancellazione dipende dai pattern: superfici uniformi e cieli si ricostruiscono bene, texture complesse mettono più alla prova l’algoritmo. L’approccio non è nuovo nel panorama mobile, ma la frizione operativa è bassa e la curva di apprendimento minima.

Oltre i megapixel: cosa cambia davvero

Reno 14 affianca all’editing anche strumenti di acquisizione assistita (come AI Flash Photography, pensata per ambienti scuri) e un contesto software che spinge sull’integrazione con Google Gemini per suggerimenti e automazioni fuori dalla galleria. Non è un “salto quantico” sul numero di megapixel, è un cambio di priorità: aumentare la percentuale di scatti pubblicabili e ridurre i tempi di post. Per un uso social-first questo incide più di quanto sembri, purché siano chiari i limiti: le correzioni funzionano meglio con volti già noti allo smartphone e con scene meno caotiche; in condizioni complesse resta utile intervenire manualmente.

In sintesi, l’AI di Reno 14 lavora come un editor paziente: apre occhi chiusi quando può, ripulisce la scena senza troppe manovre e ti suggerisce inquadrature più efficaci. Non riscrive la realtà, ma avvicina la foto a quella che volevi scattare. Per molti creator è qui che si gioca la differenza tra un telefono “ok” e uno che ti toglie problemi prima di pubblicare.