Toccare un ologramma, muoverlo, ruotarlo, inserirlo in un altro oggetto è ora possibile. Un team di ingegneri della Public University of Navarra, in Spagna, ha progettato FlexiVol, il primo sistema olografico tridimensionale che consente un’interazione fisica diretta con le immagini virtuali. A differenza delle tecnologie attuali, che si limitano a proiettare figure 3D nello spazio senza possibilità di contatto, FlexiVol si rifà a bande elastiche che funzionano sia da supporto ottico, sia da interfaccia tattile.
Queste, muovendosi rapidamente, permettono di visualizzare immagini 3D visibili a occhio nudo. Ma, a differenza dei diffusori rigidi utilizzati finora, le bande flessibili consentono anche di toccare, selezionare, ruotare e spostare gli ologrammi in modo naturale, senza strumenti esterni o controller.
Il principio tecnico di base rimane quello del display volumetrico spazzato, che proietta immagini a diverse altezze fino a tremila volte al secondo. Ma è la combinazione con materiali elastici testati per resistenza, precisione ottica e capacità di ritorno alla forma originaria che permette il salto qualitativo: da oggetto da guardare a oggetto da usare.
Gesti naturali e precisione superiore al mouse 3D
Per verificare l’efficacia del sistema, il team ha condotto tre test comparativi tra FlexiVol e un mouse 3D tradizionale. I 18 partecipanti hanno dovuto selezionare un oggetto, tracciarne i contorni e infine inserirlo in una sagoma. I risultati sono stati netti: il sistema ha superato il mouse in velocità, precisione e facilità d’uso.
Nel test di selezione, gli utenti sono stati significativamente più rapidi usando le dita. Nella prova di tracciamento, la velocità era simile ma la precisione dei movimenti con FlexiVol è risultata superiore. Il test di docking, che richiedeva l'inserimento preciso di un oggetto in un altro, ha visto un miglioramento marcato grazie all’intuitività del gesto manuale.
Il 94% dei partecipanti ha dichiarato di sentirsi più sicuro nei tempi di esecuzione, e il 67% ha riscontrato una maggiore precisione rispetto al mouse 3D. Il sistema elastico, inoltre, è stato percepito come più naturale e meno frustrante.
Secondo la responsabile del progetto, la dottoressa Elodie Bouzbib, i prossimi sviluppi punteranno sull’aggiunta di feedback tattile tramite ultrasuoni focalizzati o fili conduttivi, per rendere l’esperienza ancora più realistica. L’obiettivo è avvicinare sempre di più il mondo virtuale all’interazione fisica, con possibili applicazioni in medicina, design e formazione.