Il 2024 passerà alla storia come l'anno della consacrazione definitiva dell'intelligenza artificiale generativa, che ormai pervade qualsiasi ambito tecnologico ed è capace di oscurare quella corsa all'ultimo componente hardware che ha caratterizzato l'ultimo decennio. Soprattutto in ambito consumer.
Non sono immuni da questo tsunami gli smartphone, porta d'ingresso principale per l'IA che sta rapidamente entrando nei loro meccanismi (vedi ad esempio cosa ha fatto Google con i suoi Pixel). Si parla, insomma, sempre più di servizi e software che di hardware, perché la vera differenza nel prossimo futuro la faranno i primi due. E tra i brand dell'universo mobile c'è chi, come Motorola, l'aveva capito da tempo.
Questa è stata la prima impressione che abbiamo avuto quando la casa cinese ha presentato la nuova famiglia Moto Edge 50 nelle scorse settimane: un refresh generazionale che ben rappresenta le nuove tendenze del 2024.
Parola d'ordine: fidelizzare
Chi compra uno smartphone oggi vuole fondamentalmente quattro cose: un costo adeguato, affidabilità, facilità d'utilizzo e concretezza. Aspetti complessi da metter insieme, soprattutto per i brand più piccoli che, negli ultimi anni, hanno spinto per lo più sul fattore prezzo per attirare nuovi clienti.
Ma i tempi cambiano e l'esperienza d'uso conta sempre di più: non bisogna soltanto convincere gli utenti ad acquistare i propri smartphone, è altrettanto importante che si trovino bene e ne acquistino un secondo in futuro. In una parola: fidelizzare.
Motorola è stata tra le più caparbie sotto questo aspetto, avendo creato nel tempo un set di applicazioni e funzioni (come le "Moto Action") che arricchiscono l'esperienza d'uso e portano l'utente a ricercarla al momento di un acquisto futuro.
Una famiglia al completo
L'hardware, per quanto variabile, gioca quindi un ruolo secondario di questi tempi. Non significa certo che bisogna ignorarlo, tutt'altro, senza la giusta piattaforma sarebbe impossibile supportare i componenti più ricercati come i sensori d'immagine di fascia più alta o la ricarica super rapida. Motorola, a questa tornata, l'ha fatto dosando bene le forze, mettendo sul mercato tre smartphone capaci di dare quella continuità d'uso, dal più economico Edge 50 Fusion (al debutto sul mercato in questi giorni in Italia) al più potente Edge 50 Ultra.
In mezzo sta l'Edge 50 Pro, che abbiamo utilizzato nelle ultime settimane, una perfetta sintesi di quanto raccontato fino adesso: potenza quanto basta, piattaforma super ottimizzata e funzioni che fanno la differenza. Un esempio è la suite "Moto" che, oltre ad avere le classiche "Actions" già a disposizione, aggiunge alcune chicche come "Family Space". Grazie a questa applicazione nativa, chi la attiva potrà associare i dispositivi dei propri cari così da monitorare l'attività digitale dei minori (restrizioni, permessi, tempo di utilizzo) e la posizione.
Meno invasiva, al momento, invece l'intelligenza artificiale, utilizzata per lo più per le personalizzazioni grafiche e per poco altro. Siamo piuttosto certi che delle novità in questo ambito arriveranno molto presto, soprattutto vista la vicinanza hardware/software con Google e l'esperienza Android (Gemini in arrivo?).
Il design che si evolve
Non conta tuttavia solo cosa si può fare, anche l'occhio (e gli altri sensi) vuole la sua parte. Sotto questo profilo si può forse dire che Motorola ci ha investito più di tutti negli ultimi anni, studiando attentamente linee, colori (Pantone) e materiali da impiegare. Per il modello Pro di quest'anno hanno scelto, ad esempio, un materiale morbido vegano per il retro, una sorta di simil pelle ruvida e molto piacevole al tatto. L'Ultra ha perfino una variante con back cover in legno che arriverà più avanti.
Tornando all'Edge 50 Pro: rispetto agli anni passati Motorola sembra aver puntato sulla concretezza, senza strafare dal punto di vista hardware. Ottime fotocamere con quel pizzico di IA che ottimizza gli scatti, soprattutto la luminosissima principale da 50 MP f1.4, un eccellente display pOLED da 6,7 pollici, tantissima memoria e un System-on-Chip di tutto rispetto come lo Snapdragon 7 Gen 3. Insomma, un mix di ingredienti ben assemblati e, ciliegina sulla torta, la ricarica a 125W che si conferma.