Nel laboratorio "segreto" dove i robot testano le fotocamere dei nuovi smartphone Oppo

Bastano tre macchine per portare a termine in poche ore un lavoro che gli esseri umani avrebbero fatto in diversi giorni, senza la stessa accuratezza

di Gabriele Arestivo - 20/11/2023 14:28

La tecnologia mobile si evolve e con lei anche anche le necessità degli utenti, che sempre più spesso scelgono il proprio smartphone in base alle capacità fotografiche. Non è un caso che la narrativa dei principali brand ruoti proprio attorno a questo aspetto e che le tecniche di affinamento di algoritmi e sensori d'immagine abbiano fatto un grande passo in avanti. 

Il laboratorio "segreto" di Dongguan

Nel corso della nostra visita in Cina abbiamo messo piede per la prima volta in una delle stanze segrete di Oppo, dove umani e robot mettono alla prova i nuovi smartphone. Per farlo in maniera precisa e affidabile hanno dovuto alzare l'asticella: in una delle sedi di Dongguan sono stati ricostruiti 17 diversi scenari che riprendono altrettante condizioni di vita quotidiana. 

Questi set dell'Automated Imaging Lab hanno delle particolari condizioni di luce: si passa dai neon del bar e della discoteca a una sala cinema, con il suo forte contrasto, fino alla hall di un hotel e un supermercato. Tutti scenari percorsi autonomamente da tre robot che, armati del nuovo smartphone, partono seguendo un itinerario preciso e scattano migliaia di foto.

I vantaggi sono molteplici: questi robot riescono innanzitutto a realizzare in due ore il lavoro che gli esseri umani portano invece a termine in un giorno e mezzo, e poi c'è la certezza di ripetitività che serve agli ingegneri per confrontare i risultati e analizzare i dati. Interessante notare che i robot cambiano anche le fotocamere e sono in grado di testare i diversi sensori d'immagine.

C'è anche il robot minotauro

Uno dei tre robot, che scattano e immagazzinano automaticamente le foto, è stato accessoriato con una finta testa di donna che aiuta nel perfezionare i selfie. Il meccanismo è lo stesso: un giro attorno ad alcuni dei set realizzati, fotocamere puntate sul viso e via di click con background che cambia di continuo.

L'uomo è diventato superfluo in questa fase, ma per lo studio e l'interpretazione dei dati resta sempre importante. Non c'è nessuno che scatta a mano migliaia di foto, ma chi lavora in quel laboratorio sta al controllo delle macchine che gironzolano tra i set. Una perfetta metafora dell'industria che si evolve, nella giusta direzione.