Due settimane con Vivo X300 Pro: schermo piatto e tele Zeiss 200 MP che vede oltre

Abbiamo provato il nuovo flagship cinese che sta facendo tremare i giganti. Un teleobiettivo da 200 MP che vede l’invisibile, una batteria al silicio-carbonio "infinita" e un processore che non scalda. Tutto perfetto? Quasi

di Gabriele Arestivo - 24/11/2025 10:19

C’è una regola non scritta nella tecnologia mobile: se vuoi zoomare tanto, devi accettare foto un po' sgranate. Il Vivo X300 Pro prende questa regola e la butta fuori dalla finestra. Non stiamo parlando del solito "camera-phone" che aggiunge nitidezza artificiale via software. Qui c’è della fisica seria in gioco.

Dopo due settimane di utilizzo intenso, e per intenso intendiamo scattare foto a concerti bui, consumare decine di GB e dimenticare il caricabatterie a casa, l’impressione è netta: questo non è uno smartphone con una buona fotocamera. È una "fotocamera Zeiss" che, per caso, fa anche le telefonate.

Il design: un "Oreo" che si fa notare

Partiamo da quello che non potete ignorare: il modulo fotografico. È enorme. Un disco di vetro circolare che occupa il terzo superiore del retro, circondato da un anello zigrinato che ricorda le ghiere delle vecchie ottiche manuali. È ingombrante? Sì, assolutamente. Ma è il prezzo da pagare per avere sensori di queste dimensioni.

In mano, il feeling è quello di un oggetto di lusso, ma c’è un problema: a volte le dita finiscono sopra il grosso oblò posteriore e il rischio è di lasciare impronte e "sporcare" le foto. Il vetro posteriore satinato è bellissimo alla vista e non trattiene le impronte. Il peso si sente (siamo intorno ai 226 grammi), ma è bilanciato sorprendentemente bene.

Il display (finalmente) piatto

La prima cosa che si nota impugnandolo è un passo indietro che in realtà è un enorme salto in avanti: lo schermo è piatto. Vivo ha ascoltato le preghiere di chi (come noi) non amava i tocchi fantasma sui bordi curvi. Il pannello da 6,78 pollici è una lastra di vetro dritta, solida, circondata da cornici simmetriche quasi invisibili.

Scrivere, giocare e soprattutto ritoccare le foto su questo display è un’esperienza infinitamente superiore rispetto ai modelli precedenti. La luminosità ha raggiunto livelli tali che usarlo sotto il sole diretto di mezzogiorno non cambia la leggibilità. È certificato IP68 e IP69, il che significa che tecnicamente resiste non solo alle immersioni, ma anche ai getti ad alta pressione. Non vi consigliamo di portarlo all'autolavaggio, ma è rassicurante sapere che è costruito come un carro armato.

Ma la vera sorpresa è sotto il cofano. C’era un tempo in cui leggere "MediaTek" faceva storcere il naso agli puristi. Quel tempo è finito. Il Dimensity 9500 montato qui sotto è un capolavoro di efficienza. Nei test di stress, dove solitamente i processori Snapdragon tendono a scaldare e tagliare le frequenze (thermal throttling) dopo 10 minuti di gioco o editing video 4K, il 9500 rimane tiepido.

L'abbinamento con 16GB di RAM (più altri 16GB virtuali, se mai servissero) e 512GB di memoria UFS ultra-rapida rende il sistema fluido in modo imbarazzante. Il sistema operativo gira senza un singolo intoppo. Le app si aprono prima ancora che il dito abbia finito di staccarsi dallo schermo. È una potenza bruta che però sa gestire i consumi: l'architettura del chip sembra pensata non solo per i benchmark, ma per la vita vera.

La batteria che serve

Vivo ha fatto il suo dovere integrando una batteria da 5440 mAh in un telefono spesso solo 8 mm. Anche per loro la risposta è arrivata dalla tecnologia al silicio-carbonio, che permette una densità energetica superiore rispetto alle classiche batterie al litio.

Facciamola semplice: con un uso "umano" (social, mail, qualche foto, Spotify), arrivate a sera con il 40% di batteria residua. Con un uso stressante, coprite la giornata senza mai l'ansia di cercare una presa. Non è una cosa scontata. La ricarica a 90W è veloce (circa 40 minuti per il 100%), ma paradossalmente è un piccolo passo indietro rispetto ai 100W o 120W dei modelli precedenti. Poco male, vista l'autonomia mostruosa.

Fotocamere: oltre i 200 Megapixel

Arriviamo al motivo per cui state leggendo questo articolo. Il comparto fotografico. La configurazione è spaventosa sulla carta, ma è nell'uso reale che cambia le regole del gioco. Il sensore principale da 50MP è solido, ma la vera star è il teleobiettivo periscopico APO Zeiss da 200MP.

Qui dobbiamo aprire una parentesi personale. Durante l'evento di presentazione, abbiamo avuto modo di puntare questo "cannone" verso la luna. Solitamente, le foto alla luna fatte con gli smartphone sono un trucco: il telefono riconosce un cerchio luminoso nel cielo e ci "incolla" sopra una texture lunare pre-caricata. Con il Vivo X300 Pro la sensazione è diversa. Mentre zoomavamo, vedevamo i crateri stabilizzarsi nel mirino in tempo reale.

Questo teleobiettivo non serve solo per la luna. È una macchina da ritratti eccezionale. A 85mm o 135mm, lo sfocato naturale creato dalle lenti Zeiss (e non solo dal software) regala alle foto quella tridimensionalità che differenzia una foto "da telefono" da una foto "da macchina fotografica". La modalità macro telemacro permette di fotografare dettagli invisibili a occhio nudo restando a 20 centimetri di distanza, senza fare ombra sul soggetto.

Il software: la rivincita di Origin OS

Dimenticate tutto quello che sapevate sui software Vivo. Qui troviamo finalmente Origin OS 6, basata su Android 16. Per anni abbiamo chiesto a gran voce che questa interfaccia, prima esclusiva per la Cina, arrivasse anche sui nostri mercati al posto della vecchia Funtouch, ed è successo.

La differenza è abissale. Origin OS 6 non è solo "più bella", è ripensata da zero. Il sistema a widget dinamici (che loro chiamano "Atomic") permette di interagire con le app direttamente dalla home senza aprirle. Le animazioni sono di una fluidità che fa sembrare iOS lento al confronto. È un sistema denso, ricco di opzioni, forse anche troppe all'inizio, ma incredibilmente appagante una volta presa la mano. Niente più menu tradotti male o grafica da anni 2000: qui c'è coerenza, modernità e personalità.

Prezzi e Conclusioni

Il Vivo X300 Pro non è un telefono per tutti. Se volete solo scorrere TikTok e mandare WhatsApp, è sprecato (e pesante). Questo è uno strumento per chi vuole raccontare storie. Per chi si è stancato di portare in vacanza la mirrorless, ma non vuole rinunciare alla qualità dei ricordi. È per chi lavora con i social e ha bisogno di file pronti, nitidi e professionali senza passare da Lightroom.

Il prezzo (circa 1190€ al momento su Amazon) lo posiziona nella fascia alta, una bella sfida vista la concorrenza, ma bisogna ammettere che Vivo è riuscita ad offrire un comparto fotografico molto completo e complesso, capace di elevare davvero l'esperienza per i più esigenti.