Dietro le quinte della F1: il nostro tour nel Media & Technology Centre di Biggin Hill

Abbiamo visitato il centro multimediale e tecnologico del motorsport più seguito al mondo, da cui vengono trasmesse le gare (in remoto)

di Greta Rosa - 12/02/2024 17:16

A Biggin Hill, cittadina a sud-est di Londra, tutto tace. Tacciono le campagne imbevute di pioggia, tace la strada statale che ignora l'ora di punta. Anche il piccolo aeroporto dove decollano e atterrano jet privati, nonostante il passato ingombrante (ex sede della Royal Air Force, svolse un ruolo centrale durante la Seconda Guerra Mondiale), è immerso nel silenzio. Un silenzio spettrale che sembra convincere anche i miscredenti sulla veridicità delle leggende che avvolgono da decenni quel piccolo paese. 

Eppure, a pochi passi da quello stesso aeroporto, la frenesia spezza la stasi: il suo fulcro è il Media & Technology Centre del motorsport più seguito al mondo, la Formula Uno, un colosso tecnico e multimediale da cui vengono trasmesse tutte le gare della stagione e che ha scelto Biggin Hill come sua sede. Al suo interno si confezionano e distribuiscono le riprese per le emittenti TV di 180 aree diverse del globo e i canali ufficiali della F1. Il che significa una sola cosa: tutto ciò che vediamo durante i weekend di gara, sprofondati nel divano di casa, esce da quelle mura.

Il Media & Technology Centre

L'enorme hub di Biggin Hill lavora in tandem con un centro tecnico che segue le gare in loco a pochi passi dalla pista e raccoglie il footage e i dati da trasmettere. Questi vengono spediti nel Regno Unito e "trattati", prima della messa in onda, dai rispettivi uffici competenti che compongono il vasto puzzle del Media & Technology Centre: si passa dalle sale della telemetria e dell'ingegneria di bordo fino allo spazio dedicato al Broadcast & Race Control, passando per lo studio televisivo dei canali ufficiali della F1, fino alle zone audio e all'area Team Radio, dove dove gli operatori sbrogliano una confusionaria matassa vocale, intercettando e selezionando le frasi salienti pronunciate dai piloti e dai loro ingegneri di pista (ascoltano fino a venti conversazioni simultaneamente).

La vera magia avviene all'interno della Media Control Room, dove oltre 400 monitor trasmettono le immagini della gara in tempo reale, che la regia esamina e seleziona. In quest'enorme sala si lavora con un ritardo di appena 180-250 millisecondi, che diventano circa 6 o 7 secondi per gli spettatori che seguono l’evento da casa. Il potente motore broadcast della F1 gira altissimo: sono 430 le ore di diretta televisiva trasmessa nel corso della stagione e oltre 205 quelle di contenuti post-prodotti.

Ma cosa succederebbe in caso di blackout durante una gara? A spiegarcelo è Dean Locke, Director of Broadcast & Media, in Formula Uno da ventisei anni: "Se il collegamento tra i due centri tecnici si interrompesse, ed è una condizione che chiaramente abbiamo dovuto testare, attiveremmo il disaster recovery e la produzione dell'intero feed televisivo diventerebbe di competenza del solo centro tecnico situato in circuito, con il passaggio immediato a una fornitura satellitare. Tutto ciò avverrebbe in 15 secondi e da casa nessuno si accorgerebbe di niente".

Un oceano di dati

La parola d'ordine è rigore, ma anche innovazione tecnologica: per poter trasmettere l'enorme volume di dati generati, che spaziano da quelli acquisiti dalle auto (forze G dei piloti in curva, angolo di sterzata, frenata, pressione sull'acceleratore) agli audio e i video delle telecamere e dei microfoni, e che ammontano a 500 terabyte ad evento - cinquanta volte i dati trasmessi dal telescopio spaziale Hubble della NASA - serve un'infrastruttura IT più che solida. 

Tra i partner tecnologici che contribuiscono al suo irrobustimento e al corretto funzionamento dei processi c'è Lenovo, il cui supporto tecnico prevede, tra le altre cose, la fornitura di server, servizi e di un numero sconfinato di dispositivi utilizzati sia a bordo pista, sia nel centro di Biggin Hill. Sul loro smaltimento c'è poco da temere: F1 si affida agli Asset Recovery Services del colosso cinese, una suite di soluzioni che aiuta a smaltire in modo sostenibile l'hardware tecnologico utilizzato dall'organizzazione.

Per rendere più tecnologico anche il podio e la premiazione dei vincitori, Lenovo ha introdotto un trofeo che si illumina con i colori della nazionalità del pilota dopo il tipico bacio.

Una scelta più sostenibile

Remotizzare la produzione e la messa in onda delle gare di Formula Uno è stata una scelta studiata per anni, che la pandemia e i nuovi paradigmi hanno accelerato riducendo al minimo i tempi. Lo scopo iniziale, prima ancora che minimizzare i contatti e i viaggi, era quello di rendere più flessibile e sostenibile l'intera organizzazione anche e soprattutto in vista dell'obiettivo di raggiungere le zero emissioni di carbonio entro il 2030, riducendo non solo la quantità di materiale e di attrezzature presenti in circuito, ma anche il numero di dipendenti da spostare ogni mese spesso con lunghi voli intercontinentali.

Missione compiuta: stando a quanto dichiarato negli ultimi anni da esponenti della F1, lo staff in circuito è stato ridotto a un centinaio di persone, rispetto alle 200/300 coinvolte precedentemente, e si inviano 100 tonnellate di materiale in meno, con un risparmio non solo economico, ma anche ambientale.

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