Un video che gira in rete in questi giorni, non senza suscitare un certo clamore, mostra una serie di robot umanoidi dall'aspetto estremamente realistico. Sosia-robot di personaggi celebri che ammiccano e sorridono con naturalezza, teste umanoidi in attesa di finalizzazione, braccia robotiche con pelle quasi indistinguibile da quella umana che simulano, facendo volteggiare le mani, la direzione di un'orchestra.
Robot cinematografici
Non si tratta del set di una nuova stagione di Westworld, ma di un museo situato a Dalian, in Cina, che l'azienda Ex Robots ha attrezzato per sfoggiare tutto il suo potenziale nel campo dell'animatronica. Per intenderci, quest'ultima è l'insieme delle tecnologie elettroniche che conferisce autonomia di movimento a soggetti, solitamente “pupazzi” meccanici, utilizzata per lo più nel mondo del cinema.
Nessun sensazionalismo, quindi: l'azienda cinese, che dal sito ufficiale si definisce un'impresa impegnata a "creare scenari applicativi con i robot al centro", non intende puntare alla sostituzione degli esseri umani con i suoi umanoidi, così realistici da sembrare reali. Almeno per ora. Quanto, piuttosto, dimostrare ai competitor (soprattutto a stelle e strisce) e alle aziende clienti le sue abilità, trasformando il museo nel perno delle sue attività principali. È il museo, quindi, ad essere in sé un prodotto del marchio, più che uno showroom deputato all'esposizione degli articoli presenti nel suo catalogo.
Il museo interattivo
Stando a un video di China Global Television Network, lo spazio sembrerebbe offrire ai visitatori un'esperienza altamente interattiva: al suo interno, è possibile "gestire" le espressioni facciali di un volto umanoide con il motion capture (la tecnica con cui la recitazione di un attore viene digitalizzata sulla controparte virtuale, come accade in numerosi film di animazione e non), oppure scansionare il proprio corpo in 3D su un piccolo palco rotante per replicarne alcune parti.
Insomma, non si esclude che, a tendere, i robot umanoidi di Ex Robots possano sbarcare nelle abitazioni o nelle fabbriche per affiancare o accrescere la forza-lavoro, ma per il momento lo scopo (dichiarato) sembrerebbe essere di carattere prettamente dimostrativo.
Quel che è certo è che la rivoluzione umanoide è già in atto da qualche tempo, in tandem con l'ascesa dell'intelligenza artificiale generativa. Ma siamo solo all'inizio.