Carbon neutrality: per Apple obiettivo possibile in 5 anni

Taglio netto delle emissioni, utilizzo crescente di materiali riciclati, compensazione con credit carbon certificati: ecco perché Apple è convinta di poter azzerare il suo impatto ambientale entro il 2030

di Roberto Catania - 18/04/2025 10:00

In vista dell’Earth Day 2025, Apple ha diffuso il suo consueto Environmental Progress Report, il documento che rivela tutti i numeri del suo percorso di sostenibilità.

Negli ultimi 10 anni, questo il principale dato di sintesi, le emissioni globali di gas serra della Mela morsicata sono state tagliate del 60%, un traguardo che si inserisce nel piano “Apple 2030”, volto a rendere carbon neutral l’intera catena del valore entro cinque anni.

Cosa serva in concreto per arrivare all'obiettivo finale è dichiarato: da qui al 2030 Apple, spiega Cupertino, occorre a una riduzione complessiva del 75% delle emissioni rispetto al 2015, il resto verrà compensato con crediti di carbonio di alta qualità. Intanto, solo nel 2024, grazie alla transizione della supply chain verso l’elettricità rinnovabile e all’utilizzo più esteso di materiali riciclati, l’azienda ha evitato l’immissione in atmosfera di 41 milioni di tonnellate di CO₂.

L'importanza della catena dei fornitori

A questo risultato contribuiscono non poco i passi avanti registrati nel rapporto con i fornitori: oggi la quota di elettricità rinnovabile raggiunta nella supply chain è di 17,8 gigawatt, un risultato frutto della collaborazione con i partner che ha il fine ultimo di raggiungere il 100% di energia verde per tutta la produzione Apple entro il 2030. Intanto, solo nel 2024, sono stati "evitate" 21,8 milioni di tonnellate di gas serra, con un incremento del 17% rispetto all’anno precedente.

Ma non è solo questione di energia: Apple sta lavorando sulla riduzione degli impatti derivanti dai processi industriali più inquinanti, come la produzione di semiconduttori e schermi. Oggi, 26 fornitori di semiconduttori e tutti quelli di display hanno promesso di abbattere almeno il 90% dei gas serra fluorurati (F-GHGs) generati entro il 2030. Un passo che avrà effetti positivi anche oltre l’universo Apple, coinvolgendo clienti e processi industriali di altri settori.

Riciclo: da magneti e batterie le notizie migliori

Nel frattempo, prosegue l’impegno sui materiali: i magneti degli iPhone e degli altri dispositivi contengono oggi 99% di terre rare riciclate, mentre le batterie progettate da Apple usano 99% di cobalto riciclato. I magneti, va detto, rappresentano la principale destinazione d’uso di terre rare nei prodotti Made in Cupertino e le batterie coprono oltre il 97% del fabbisogno aziendale di cobalto.

Anche i nuovi prodotti Apple riflettono questa attenzione: il MacBook Air 2024 contiene oltre il 55% di materiali riciclati, mentre il nuovo Mac mini - come abbiamo visto - è il primo computer di Apple a sigla "carbon neutral". Lo stesso vale per la gamma Apple Watch, disponibile da quest'anno anche in alcune versioni a impatto zero. Almeno il 50% di questi prodotti, dichiara l'azienda, verrà spedito con metodi a ridotto impatto di carbonio come il trasporto via mare.

Un altro tassello del piano ambientale Apple è quello che attiene alla riduzione dei rifiuti (come da programma Zero Waste): nel 2024, si legge sempre nel rapporto, circa 600.000 tonnellate di rifiuti sono stati sottratti alle discariche, un valore che sale a 3,6 milioni di tonnellate se si considera il viatico dal 2015. Le soluzioni adottate vanno dai vassoi riutilizzabili nei processi produttivi fino al recupero di metalli preziosi dai liquidi esausti nella produzione di circuiti stampati.

Infine, il fronte dell’acqua: dal 2013, grazie al programma Supplier Clean Water, Apple e i suoi fornitori hanno risparmiato oltre 90 miliardi di galloni d’acqua dolce. Solo nel 2024 il risparmio ha raggiunto i 14 miliardi di galloni. L’obiettivo per il 2030 è quello di reintegrare il 100% dell’acqua dolce utilizzata nei luoghi ad alto stress idrico, con progetti già avviati negli Stati Uniti, India e Africa che coprono oltre il 40% del target.

Ciò che non si abbatte si compensa (con la riforestazione)

Tutto quello che non potrà essere abbattuto direttamente verrà compensato attraverso iniziative di riforestazione in Brasile e Paraguay promosse dal suo Restore Fund, il progetto annunciato nel 2019 in collaborazione con Goldman Sachs e Conservation International, il cui fine ultimo è "offrire benefici che vanno ben oltre l’abbattimento della CO₂, dal potenziamento dei mezzi di sostentamento locali fino all’aumento della biodiversità". 

Solo in Brasile, si legge nel report, il progetto di riforestazione ha portato alla piantumazione di quasi 15 milioni di alberi che si prevede compensino più di 8,5 milioni di tonnellate di anidride carbonica equivalente entro 15 anni.