C’è una nuova internet da costruire. Ed è fatta di agenti

L’intelligenza artificiale diventa “agentica”. E impone nuove sfide a livello tecnologico, sociale e organizzativo. Per Cisco sarà una rivoluzione persino più dirompente rispetto all'avvento di Internet

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di Roberto Catania - 13/06/2025 11:38

La nuova frontiera dell’intelligenza artificiale è quella della cosiddetta AI agentica, un orizzonte nel quale software autonomi, chiamati appunto agenti, non si limitano più a generare contenuti o risposte, ma agiscono in modo proattivo per svolgere compiti complessi, collaborando tra loro e con gli esseri umani.

"Siamo davanti a una svolta epocale che modificherà radicalmente il modo in cui viviamo e lavoriamo", spiega Gianmatteo Manghi, Amministratore Delegato di Cisco Italia. "Parliamo di agenti intelligenti in grado di operare in autonomia sulla rete, cooperando tra loro per raggiungere obiettivi complessi".

Uno scenario in cui l’interazione tra uomo e macchina cambia profondamente. “Siamo abituati a creare team di persone. Ora creiamo team misti, dove gli agenti AI diventano parte attiva del lavoro,” ha aggiunto Manghi. "E non si parla solo di software, saranno anche agenti robotici o umanoidi.”

Una sfida culturale e tecnologica

Quel che ci attende, insomma, è una vera e propria Internet degli Agenti, una rete fatta non solo di connessioni ma di nuovi soggetti autonomi, che interagendo tra loro saranno in grado di automatizzare interi flussi di lavoro in diversi settori. Una presenza che non va intesa come minaccia bensì opportunità.“Gli agenti non saranno in concorrenza con le persone: chi saprà utilizzarli bene ne trarrà grande vantaggio.”

Più importante, semmai, sviluppare le competenze e le infrastrutture adatte per abilitare un cambiamento di questo tipo. Secondo Cisco, infatti, nell’era dell’Ai agentica non sarà più sufficiente una rete che colleghi dispositivi e utenti: servono infrastrutture capaci di gestire interazioni autonome, processi automatizzati e un flusso dati costante, sicuro e a bassa latenza. Una sfida che non è solo tecnologica, anche ma sociale e organizzativa.

"Il networking è la vera infrastruttura critica dell’era AI", commenta Enrico Mercadante, Vice President Networking EMEA di Cisco, sottolineando la necessità di costruire architetture multi-cloud, multi-agente e multi-modello, capaci di operare in ambienti ibridi e distribuiti, dentro e fuori dai datacenter. Ma il nodo centrale resta la sicurezza: ogni agente è anche una possibile vulnerabilità, e proteggere la rete richiede un approccio integrato, in cui l’intelligenza artificiale sia non solo oggetto ma anche strumento della difesa.

Verso un modello collaborativo

Ma le aziende sono pronte a cambiare strategie? Secondo lo studio “Cisco Networking Research” il 96% dei responsabili IT nel nostro paese ritiene fondamentale rinnovare le infrastrutture per poter implementare l’ AI, mentre l’83% sta incrementando gli investimenti in questo senso, anche a fronte dei vantaggi attesi. L’88% pensa inoltre che reti più evolute favoriranno la crescita dei ricavi e il 92% si aspetta risparmi significativi da reti più intelligenti, sicure e adattive. 

In questo contesto, si privilegeranno i modelli collaborativi e gli ecosistemi capaci di coinvolgere cloud provider, hyperscaler, governi, aziende private e partner tecnologici. Un esempio concreto  - sottolinea Cisco - sono gli “AI PODs”, soluzioni pronte all’uso per aiutare le imprese a introdurre l’AI in modo sicuro, scalabile e conforme.