Ogni tanto qualcuno prova a reinventare lo scooter. Ci aveva provato BMW venticinque anni fa con la C1, un motorino con tettuccio, cellula protettiva, cinture di sicurezza e la promessa (mantenuta solo in parte) di poter circolare senza casco. Un esperimento che non decollò mai davvero, frenato dal prezzo alto, da un design troppo fuori dagli schemi e da un mercato non pronto ad accogliere un ibrido simile. Ma quell’intuizione non è mai scomparsa del tutto e a Monaco, durante l’IAA 2025, BMW Motorrad l’ha riportata in vita con il Vision CE: un prototipo elettrico a due ruote che abbandona il tetto della C1 ma non l’ossessione per la sicurezza e per l'originalità. Al suo posto una gabbia metallica che avvolge il guidatore e una cintura integrata nel sedile, in un mix che più che a uno scooter tradizionale guarda a un micro-veicolo urbano che vuole sovvertire ancora una volta le regole.
Non cade, nemmeno da fermo
Il colpo d’occhio è importante: struttura tubolare, linee ridotte all’essenziale, un equilibrio che non somiglia a quello di nessun altro scooter. E soprattutto un trucco tecnico: il Vision CE si bilancia da solo. Non serve più il cavalletto e, in teoria, anche chi non ha mai guidato uno scooter potrebbe affrontare le manovre lente senza la paura di cadere. Non è un dettaglio estetico, ma il fulcro del progetto che prevede proprio di rendere le due ruote accessibili a chi oggi sceglie l’auto per spostarsi di pochi chilometri. Che, alla fine, si traduce nell'abbattere le barriere che tengono lontano un pubblico nuovo.
Il nodo normativo
Il claim “senza casco” fa discutere, e inevitabilmente divide. In Italia il casco resta obbligatorio per legge, a meno che un veicolo non venga omologato come dotato di cellula di protezione certificata. È lo stesso punto che frenò la C1 all’inizio degli anni Duemila: in alcuni Paesi fu ammessa senza casco, in altri no. Il Vision CE, se mai arriverà alla produzione, dovrà affrontare lo stesso ostacolo. Al di là degli slogan, quindi, sarà l’omologazione a stabilire se davvero si potrà guidare con la testa scoperta.
La casa dell'Elica non ha ancora diffuso le specifiche tecniche, segno verosimile che il nuovo prototipo non voglia, almeno per ora, misurarsi con altri scooter elettrici, ma provocare, andando a dimostrare che la mobilità urbana su due ruote può cambiare linguaggio, smettere di inseguire la performance e mettere al centro protezione, comodità e immediatezza d’uso. Lo vedremo mai sul mercato? Chissà, nel frattempo ci godiamo quello che apparentemente sembra un mero esercizio di stile ma che, a nostro avviso, nasconde molto di più.