Dal Giappone arriva il primo trattore a guida autonoma e a idrogeno

Kubota svela all’Expo 2025 Osaka Kansai un trattore a idrogeno con guida autonoma: 100 cavalli equivalenti, zero emissioni allo scarico, controllo remoto e test sul campo in Giappone

di Greta Rosa - 15/10/2025 13:39

Un trattore senza cabina, alimentato a idrogeno e pensato per lavorare da solo: Kubota mette in mostra all’Expo 2025 Osaka Kansai il primo esemplare reale di trattore con cella a combustibile a idrogeno e funzioni di guida autonoma, prendendo di petto due urgenze del settore: decarbonizzare le operazioni agricole e rispondere a una cronica carenza di manodopera, aggravata dall’invecchiamento della popolazione rurale. E portare quindi maggior sostenibilità, efficienza operativa e risparmio di lavoro dentro lo stesso mezzo, senza rinunciare alla continuità di servizio che oggi garantiscono i diesel.

Come funziona: idrogeno compresso, fuel cell polimerica, doppio motore

La catena energetica è interamente elettrica. Nei vani del veicolo trovano posto serbatoi di idrogeno compresso che alimentano una fuel cell a membrana polimerica; qui l’idrogeno reagisce con l’ossigeno dell’aria generando elettricità e acqua, unico “scarico” del sistema. L’energia prodotta muove due motori separati: uno dedicato alla trazione e uno alla PTO (presa di forza) per alimentare gli attrezzi, una scelta che consente di modulare in modo indipendente coppia alle ruote e potenza agli implement. Il risultato, spiega Kubota, è una potenza equivalente a un trattore diesel da 100 cavalli, cioè la soglia che apre a lavorazioni impegnative e prolungate. Il tutto dentro un telaio dalle dimensioni da campo aperto: 4.380 mm di lunghezza, 2.200 mm di larghezza e 2.290 mm di altezza.

Autonomia e controllo: dal bordo campo alla control room

Sul fronte dell’operatività, l’obiettivo è ridurre (fino ad eliminare) la presenza del conducente a bordo. Il concept integra guida autonoma e teleoperazione: una suite di sensori e camere AI gestisce navigazione e ostacoli, mentre un operatore può monitorare da remoto tramite postazione con volante, pedaliera e schermi, oppure intervenire da vicino con un terminale portatile a tracolla. È un approccio che risponde in modo diretto alla scarsità di personale: una control room può coordinare più mezzi, mentre sul campo rimane la possibilità di supervisione ravvicinata quando serve precisione (pensiamo a manovre tra filari, capezzagne o attrezzi sensibili).

Perché idrogeno (anche) in agricoltura

Kubota affianca al filone della elettrificazione a batteria un percorso parallelo che include idrogeno, biocarburanti e carburanti sintetici. La scelta dell'idrogeno è dettata dalla densità energetica e dalla continuità operativa: i macchinari agricoli di grande taglia lavorano infatti per molte ore e richiedono potenze importanti; la fuel cell promette rifornimenti rapidi e autonomia con impatto ambientale ridotto. Resta naturalmente la partita dell’ecosistema che include produzione, trasporto e rifornimento dell’idrogeno in ambito rurale, l’asse su cui si misurerà la fattibilità su larga scala, insieme a sicurezza, costi e manutenzione.

La fase di test e i prossimi passi

L'azienda a capo del progetto ha già avviato in Giappone una fase strutturata di dimostrazioni in campo, durante la quale verificherà guida autonoma avanzata, metodi di approvvigionamento dell’idrogeno “per l’agricoltura” e idoneità alle diverse lavorazioni. È un passaggio cruciale per trasformare la promessa in prodotto e valutare consumi reali, cicli di rifornimento, integrazione con attrezzi e affidabilità sul terreno.