Abbiamo guidato la Ford Puma Gen-E: meno show, più sostanza

L’elettrica compatta dell’Ovale Blu debutta su strada senza rivoluzioni. E proprio questa scelta potrebbe rivelarsi la più convincente

di Greta Rosa - 28/05/2025 13:45

La chiamano crossover, ma quando la vedi parcheggiata tra le Panda di corso Francia a Torino, città eletta a cornice del media drive nazionale, capisci che la Ford Puma Gen-E è più citycar che SUV. È il primo indizio di un approccio che la casa americana ha scelto per il suo debutto nell'elettrico compatto: puntare sulla sostanza, prima ancora che sulla forma. Non a caso, Gen-E è la versione a batteria del bestseller del marchio, che con 150.000 unità vendute ha dimostrato di aver trovato la ricetta giusta per conquistare automobilisti in cerca di praticità senza rinunce.

L'elettrificazione di un successo consolidato comporta però responsabilità non indifferenti: mantenere ciò che funziona, migliorare dove serve, senza tradire l'identità che ha reso la Puma ibrida uno dei crossover compatti più apprezzati del Vecchio Continente.

Parola d'ordine: continuità

La prima impressione, durante la prova sulle strade torinesi, è di continuità. Ford ha elettrificato la sua Puma senza stravolgerne l'identità: stesso DNA stilistico, stessa vocazione urbana, ma con l'aggiunta di dettagli che strizzano l'occhio al futuro elettrico. Come la calandra chiusa, chiaro omaggio alla Mach-E, i nuovi gruppi ottici LED che affinano l'espressione del frontale, l'aerodinamica ottimizzata e l'aspetto forse meno sportivo, ma più sinuoso e grintoso.

Anche l'abitacolo riflette l'approccio pragmatico dell'Ovale Blu, senza eccessi estetici ed orpelli inutilmente ricercati: l'ambiente è studiato per essere funzionale e confortevole, con finiture adeguate al posizionamento senza pretese premium. Al centro della plancia trova posto il touchscreen da 12 pollici che gestisce il sistema SYNC 4, dotato di connettività 5G e compatibilità wireless con Android Auto e Apple CarPlay. Sorprende invece il digital cockpit da 12,8 pollici, più ampio dello schermo centrale e completamente riconfigurabile secondo le preferenze del conducente.

Il sistema di riconoscimento vocale di SYNC 4 sfrutta la connettività cloud per aggiornare continuamente il proprio vocabolario e l'integrazione con Alexa Built-in trasforma l'auto in un hub connesso: una volta attivato il servizio attraverso l'account Amazon, è possibile controllare i dispositivi smart home, gestire le playlist musicali e pianificare itinerari con aggiornamenti del traffico in tempo reale. Il tutto senza complessità eccessive.

A voler essere pignoli, l’unico appunto - puramente soggettivo - riguarda il volante, che appare leggermente sovradimensionato rispetto all’abitacolo: sembra pensato per un SUV di segmento superiore, più che per una compatta urbana.

Prestazioni calibrate

Prodotta nello stabilimento di Craiova, in Romania, la Gen-E affianca le versioni ibride già in gamma, confermando la vocazione flessibile della piattaforma B2E. Il motore elettrico da 168 CV e 290 Nm di coppia, alimentato da una batteria da 43,6 kWh, promette 376 km di autonomia WLTP nella versione base.

L’habitat naturale dell’auto è l’ambiente urbano, dove si muove con silenzio e compostezza. Nonostante la coppia disponibile subito, la partenza da fermo manca di quella brillantezza tipica delle elettriche: l'accelerazione è fluida ma non troppo incisiva, e restituisce un carattere più simile a quello di un'ibrida ben tarata che di una BEV pura. Il pedale del freno, inoltre, presenta una corsa piuttosto morbida, che può compromettere la precisione nelle frenate più decise, specie in città.

Il test sulle strade collinari attorno a Torino ha però evidenziato una buona tenuta di strada e un’efficace gestione dell’energia. Il sistema di recupero diventa davvero utile selezionando la modalità “L”. I consumi dichiarati, pari a 13,1 kWh/100 km, sono competitivi e appaiono realistici, anche se un test più esteso su percorsi misti li certificherebbe meglio.

La gamma della Puma Gen-E si articola su due allestimenti: il modello d’ingresso parte da 32.950 euro, ma è attualmente proposto in promozione a 29.250 euro con finanziamento IdeaFord. La versione Premium, invece, costa 35.200 euro e offre dotazioni più complete come fari Matrix LED, cerchi da 18", rivestimenti Sensico e impianto audio B&O. Prezzi che la posizionano tra le elettriche compatte più accessibili del momento, in linea con la strategia di rendere l’elettrico una scelta non solo sostenibile, ma anche razionale.

La transizione continua

A proposito di strategia, il concetto di continuità trova riscontro anche nei piani industriali dell'azienda. In un mercato BEV in crescita (23% in Europa, 15% in Italia nel 2024 secondo ACEA), Ford conferma la roadmap verso il 2035 senza deviazioni, con l'obiettivo di vendere solo veicoli a zero emissioni. L'espansione della gamma prevede sei modelli elettrici per il trasporto passeggeri entro il 2025, cui si aggiungono i veicoli commerciali. Al centro di questa transizione ci sono gli investimenti per circa 1,8 miliardi di euro (2 miliardi di dollari) nel maxi stabilimento di Colonia, dove sono già prodotti Explorer e Capri su piattaforma MEB sviluppata da Volkswagen. A Valencia, intanto, continueranno a essere assemblati modelli ibridi e plug-in, tra cui la stessa Puma, una conferma della centralità della piattaforma multi-propulsione nella strategia del marchio.

Normale è bello

Tirando le somme, l'ultima arrivata di casa Ford incarna appieno il suo approccio all'elettrificazione: evoluzione piuttosto che rivoluzione. È un'auto pensata per chi si avvicina all'elettrico senza voler rinunciare a familiarità e praticità d'uso. Non sarà la BEV più accattivante o innovativa del mercato, ma propone un pacchetto equilibrato di comfort, tecnologia e concretezza. E in un segmento che ancora cerca una formula stabile, la normalità potrebbe essere il suo miglior punto di forza.