1200 km su Polestar 4: da Milano a Monaco (e ritorno) senza stress

Quasi 500 km di autonomia reali per la Dual Motor, infotainment Android Automotive e Pilot Assist solidi

di Gabriele Arestivo - 06/10/2025 11:58

Per raggiungere l’IAA 2025 abbiamo scelto quest'anno una Polestar 4 Long Range Dual Motor (590 km WLTP) e l’itinerario più rilassato (e corto): Svizzera a 100 km/h, Lago di Costanza, breve Austria e poi Germania, dove in Autobahn abbiamo tenuto circa 150 km/h di media. Una sola sosta veloce in Germania, su colonnine Ionity: poco più di venti minuti (sempre sopra i 100 kW) per ripartire verso Monaco. Sulla carta, partendo al 100%, avremmo quasi potuto evitare la ricarica; preferiamo però non forzare quando i chilometri ancora mancano. Ma andiamo all'auto.

Alla guida: salotto hi-tech

La Polestar 4 è una granturismo travestita da SUV coupé: interni da salotto, audio convincente e un pacchetto ADAS che, con Pilot Assist, ha gestito lunghe tratte riducendo la fatica. Da sottolineare che l'autopilot è migliorato molto, a nostro avviso, rispetto alla sorella minore Polestar 2. 

L’infotainment con Android Automotive e Google integrato su display da 15,4 pollici è rapido e chiaro, come sempre su Polestar; la gestione delle funzioni di guida è raccolta nell’Assist screen, dove si configurano i supporti alla guida. L’assetto rimane preciso anche ad andature tedesche, con inserimenti puliti e stabilità superiore alle aspettative.

Autonomia e tempi reali

La batteria da 100 kWh e la ricarica DC fino a 200 kW rendono semplici le tappe lunghe: il 10-80% in circa trenta minuti è un valore realistico se la temperatura batteria è corretta e il punto di ricarica eroga la massima potenza. Nel nostro mix tra Svizzera “a 100” e Autobahn, l’autonomia pratica ci ha consentito di programmare la fermata unica senza ansie.

Per viaggi ripetuti, la presenza capillare di HPC in giro per l'Europa e l'Italia del Nord resta un moltiplicatore di serenità. Se avessimo dovuto percorrere lo stesso tragitto con un'ibrida o una termica ci avremmo impiegato lo stesso tempo: il viaggio è lungo, sono circa 6 ore reali tra strade lente, traffico e passaggi tra vari stati. In un tempo simile una sosta è d'obbligo, noi ne abbiamo approfittato per aggiungere circa 40 kWh all'andata e 75 kWh al ritorno (essendo partiti più scarichi, per una sosta di circa 35 minuti). 

Le finezze (e un compromesso)

La 4 non ha il lunotto, è uno dei suoi "punti forti": il retrovisore è un display collegato a una camera sul tetto. L’immagine è luminosa, ma la prospettiva ravvicinata richiede un periodo di adattamento, specie nelle manovre e nei cambi di corsia. Di contro, il design guadagna pulizia aerodinamica e un tetto panoramico davvero arioso per chi siede dietro. In generale, il pacchetto di sensori e telecamere che alimenta l’ADAS è tra i più completi della categoria.

Cosa ci è piaciuto e cosa sceglieremmo

Quattro cose hanno fatto per noi la differenza: l’efficacia dell’assistenza (autopilot preciso su corsia), la comodità dell’abitacolo e dell’impianto audio, l’assetto che resta composto anche oltre i limiti italiani, e la velocità di ricarica coerente con la scheda tecnica (pur aspettandoci qualcosa in più su un’auto premium). Su una tratta europea, tutto si traduce in meno stanchezza e tempi morti ridotti.

Dopo 1.200 km, la Dual Motor convince; ma per chi macina davvero strada la Long Range Single Motor merita una riflessione: potenza più che sufficiente, un po’ di autonomia in più e, potenzialmente, consumi più bassi. È l’equilibrio tra prestazioni e range a guidare la scelta finale. Nel dubbio, l’importante è partire: la Polestar 4 il viaggio lo trasforma in routine piacevole. E l’abbiamo fatto.