Nel primo semestre del 2025 il mondo ha registrato una crescita nella domanda di elettricità pari al +2,6%, ovvero circa 369 TWh rispetto allo stesso periodo del 2024. Ma ciò che colpisce non è solo il numero in sé: è chi e come ha soddisfatto quell’aumento.
Secondo il rapporto Global Electricity Mid-Year Insights 2025 della Ember, la generazione da solare è aumentata di circa 306 TWh, quella eolica di circa 97 TWh, e quel contributo combinato ha superato non solo la crescita della domanda, ma anche la generazione da carbone. Ecco dunque un fatto storico: le rinnovabili (solare + eolico) hanno superato per la prima volta la generazione da carbone a livello globale.
Le dinamiche dietro i numeri
Questo traguardo è il frutto di alcuni motori forti. In primis, la crescita esplosiva del solare — che da solo ha fornito più elettricità aggiuntiva di qualunque altra fonte nel periodo preso in esame. Ember segnala che il solare ha dominato il panorama delle nuove generazioni elettriche.
In secondo luogo, la combinazione di innovazione con condizioni favorevoli in alcune regioni: in paesi come la Cina e l’India l’espansione del vento e del solare ha superato la crescita della domanda, permettendo una riduzione della generazione fossile.
Tuttavia, non tutto è uniforme: in alcune economie avanzate — ad esempio negli Stati Uniti e nell’Unione Europea — l’aumento della domanda unito a condizioni meno favorevoli per vento e idro ha fatto sì che gas e carbone siano ancora in crescita.
Implicazioni per la transizione energetica
Questo scenario inaugura un paradigma diverso: non più solo “aggiungere” rinnovabili, ma potenzialmente “sottrarre” fossili al sistema elettrico. Le rinnovabili stanno crescendo con un ritmo abbastanza rapido da coprire la maggior parte della nuova domanda — e in alcuni casi addirittura superarla.
Il dato che spicca è che la quota delle fonti a basso carbonio – rinnovabili + nucleare – ha superato il 40% della generazione globale nel 2024.
Ciò significa che la “fase d’ingresso” della transizione elettrica è alle spalle; la “fase di accelerazione” è in corso. Per gli operatori, i decisori e gli investitori, questo comporta che il focus si sposti: dalla mera capacità installata alla flessibilità del sistema, al bilanciamento domanda-offerta, all’integrazione della generazione variabile.
Ma resta un monito: pur essendo in corso una svolta, non significa che fossili spariranno presto; serve politiche coerenti e infrastrutture resilienti per cogliere davvero il cambio di marcia.
La direzione
Il rapporto della Ember ci consegna una fotografia con contorni ben definiti: un mondo in cui la generazione elettrica da fonti pulite ha raggiunto una massa critica, e in cui la crescita della domanda può ormai essere gestita sempre più spesso da solare ed eolico.
Il sorpasso del carbone da parte delle rinnovabili non è solo un dato da statistica: è un segnale forte che la transizione globale è entrata in una nuova fase. Restano da affrontare le differenze regionali, le sfide infrastrutturali e la necessità di garantire che la crescita della domanda resti “verde”. Per chi osserva il settore elettrico, queste cifre rappresentano un invito all’azione: non più solo guardare ciò che accade, ma agire per guidarlo.