Uno dei principali problemi delle fonti rinnovabili è infatti lo stoccaggio dell'energia in eccesso. Per lo più sono fonti intermittenti e quando c'è un eccesso di produzione il rischio è che l'energia venga persa. Per questo stanno nascendo sempre più soluzioni innovative come la batteria (tutta italiana) alla CO2 o quelle di sabbia, da poco implementata anche in Finlandia.
La batteria idroelettrica
Un nuovo approccio arriva dalla società londinese RheEnergise che ha sviluppato un liquido proprietario, chiamato R-19, due volte e mezzo più denso dell'acqua, e un sistema idroelettrico di nuovissima concezione.
Il principio è piuttosto semplice e sfrutta al massimo la gravità: quando c'è un eccesso di produzione energetica da fonti rinnovabili, situate a nei pressi dell'impianto, il sistema pompa il liquido R-19 da valle a monte, verso un recipiente poco più in alto, consumando solo una frazione di questa energia.
Quando la rete necessita questa energia, quando c'è un calo di produzione, allora il liquido a pressione percorrerà il percorso inverso: esattamente come avviene nell'idroelettrico passerà da monte a valle attraversando delle turbine, producendo contestualmente energia elettrica.
I vantaggi dell'impianto RheEnergise
Grazie alla maggior densità del liquido bastano altezze più contenute perché funzioni e non servono fiumi o invasi, basta una semplice collina. Si riducono i lavori di costruzione e i costi rispetto al classico idroelettrico, insomma un sistema di immagazzinamento dell'energia sostenibile e facilmente implementabile sul territorio.