Maggio da record per le rinnovabili in Italia: coperto il 56% della domanda elettrica nazionale

Fotovoltaico e idroelettrico trainano la produzione rinnovabile a maggio, ma è il boom dell’accumulo a fare la differenza per la stabilità della rete

di Redazione - 30/06/2025 10:41

Lo scorso maggio è stato un mese da segnare sul calendario della transizione energetica italiana. Per la prima volta, le fonti rinnovabili hanno coperto quasi il 56% della domanda elettrica nazionale, un dato mai raggiunto prima. Secondo il report Terna, la copertura è salita esattamente al 55,9%, superando i livelli degli anni precedenti: a maggio 2023 si era fermata al 42,8%, mentre nello stesso mese del 2024 aveva toccato il 52,8%.

Un risultato che si spiega con l’aumento complessivo degli impianti e della capacità installata. Nei primi cinque mesi del 2025, sono stati infatti aggiunti 2.650 MW di nuova capacità rinnovabile, anche se in flessione rispetto allo stesso periodo del 2024 (-12,1%). Solo nel mese di maggio sono stati collegati 566 MW, suddivisi tra Alta Tensione (162 MW), Media Tensione (201 MW) e Bassa Tensione (204 MW).

Il boom dell’accumulo energetico

Ma il dato più interessante riguarda l’accumulo. A fine maggio, in Italia si registravano 14.708 MWh di capacità di accumulo, un incremento del 70% rispetto allo stesso mese del 2024. Si tratta di circa 803.759 sistemi, per una potenza nominale complessiva di 6.285 MW. La crescita è trainata dall’entrata in esercizio di impianti grid scale approvvigionati tramite il Capacity Market di Terna: solo in Alta Tensione, da maggio 2024 sono stati aggiunti 3.825 MWh.

L’accumulo è un tassello chiave per stabilizzare la rete elettrica, soprattutto in un sistema che punta sempre più sulle fonti intermittenti come solare ed eolico. E proprio queste due fonti hanno giocato un ruolo decisivo a maggio: idroelettrico e fotovoltaico si sono attestati praticamente alla pari, coprendo ciascuno oltre il 37% della produzione rinnovabile, mentre l’eolico, dopo mesi di flessione, è tornato a crescere con un +11,3%, coprendo il 13,8% del mix.

Domanda elettrica in calo, ma consumi industriali in ripresa

Parallelamente, il fabbisogno elettrico complessivo è stato pari a 24,2 miliardi di kWh, in calo del 2,7% rispetto a maggio 2024. Destagionalizzato e corretto per calendario e temperatura, il calo si riduce a -1,8%. La diminuzione è legata sia a un giorno lavorativo in meno (21 contro 22), sia a temperature medie inferiori di 0,6°C rispetto allo scorso anno.

A livello territoriale, la variazione tendenziale è stata negativa in tutte le macroaree: -3,1% al Nord, -3% al Centro, -1,6% al Sud e Isole.

Interessante però il segnale che arriva dai grandi consumatori industriali. L’indice IMCEI elaborato da Terna – che monitora i consumi delle imprese energivore – è salito dell’1% rispetto a maggio 2024 (+1,2% rettificato). Crescono meccanica, alimentare, cemento-calce-gesso e cartaria; in flessione chimica, ceramiche e metalli non ferrosi, mentre la siderurgia resta stabile.

Sempre più rinnovabili, ma il saldo estero resta significativo

Nel mese di maggio, la domanda elettrica italiana è stata soddisfatta per l’86,5% dalla produzione nazionale, mentre il restante 13,5% è stato coperto dal saldo dell’energia importata dall’estero, pari a 3,3 TWh (-13,7% rispetto a maggio 2024).

Un mese che conferma la direzione intrapresa dal sistema elettrico italiano: più rinnovabili, più accumulo, più stabilità. E se la crescita dell’offshore wind prevista nei prossimi anni si concretizzerà davvero, i numeri potrebbero salire ancora, portando l’Italia più vicina agli obiettivi di decarbonizzazione.